domenica 28 gennaio 2018

Il peggio è passato

Da oltre due settimane non abbiamo casi di diarrea a purea di riso.
Con prudenza cominciamo a sperare chei casi di colera o di diarree simil-colerose siano finite nei dintorni di Chaaria.
Abbiamo ricoverato moltissimi casi, sia in pediatria che nei reparti per adulti.
Sovente si e’ trattato di emergenze molto impegnative, con pazienti in condizioni pessime.
L’isolamento dei pazienti contagiosi e’ stato un gravissimo problema nella nostra condizione di estrema congestione nei reparti.
Abbiamo a questo fine usato la nuova costruzione non ancora aperta al pubblico.
Fortunatamente siamo riusciti a salvare tutti, tranne un uomo che purtroppo e’ deceduto nonostante le nostre cure.
Un caso di decesso su olte 40 ricoveri.
Ovviamente ci dispiace molto di non essere riusciti a salvare anche . quella persona, ma allo stesso tempo siamo contenti della percentuale di successi ottenuta.
Rimaniamo vigilanti perche’ il colera rimane endemico e ci sono focolai di epidemia in aree molto remote del Meru da cui comunque riceviamo pazienti.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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