giovedì 17 maggio 2018

Il tetto dei Buoni Figli

Ringraziamo di cuore Fr Giancarlo che ha inizito a seguire I lavori di ristrutturazione del tetto nel settore dei Buoni Figli.
Si tratta nuovamente di una importante e dispendiosa opera muraria, sponsorizzataci dal Padre Generale della Piccola Casa, Padre Carmine Arice, che di cuore ringraziamo.
Per Giancarlo si tratta anche di un impegno aggiunto alla gia' onerosa gestione di Chaaria.
I lavori sono complessi sia perche' I metri quadri di tetto sono davvero tanti e sia anche perche' il precedente era in asbesto. Stiamo seguendo tutte le procedure necessarie per lo smaltimento e stiamo proteggendo sia I muratori che I Buoni Figli. Ovviamente questo comporta un notevole aumento di spesa.
Altro elemento che complica I lavori e' il fatto che continua a piovere, in un tempo che dovrebbe essere completamente secco. Si toglie l'asbesto e poi piove sul soffitto di compensato.
E purtroppo a Chaaria continua a mancare la corrente elettrica, cosa che comporta maggior tensione per Giancarlo.
Non si poteva comunque piu' attendere in quanto pioveva nella struttura in varie parti e le grondaie erano completamente distrutte.


Un sincero ringraziamento a Fr Giancarlo per il continuo impegno a favore della Missione in tutti I suoi settori.
E' bello ora fare questi lavori maggiori di ristrutturazione proprio per I Buoni Figli che sono la perla della nostra opera ed I nostri prediletti.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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