mercoledì 16 maggio 2018

Chaaria ancora senza luce e sott'acqua

La situazione elettrica a Chaaria non tende a migliorare.
Ormai da 2 settimane siamo senza energia elettrica...un disastro totale per l'ospedale!
La ragione sembra in parte dovuta alle continue precipitazioni che ci tartassano e devastano la nostra zona. 
La stagione delle piogge dovrebbe essere finita ormai da un paio di settimane, ma continua invece con violenza inaudita. 
Le precipitazioni sono insieme la causa dei guasti alle linee, della caduta dei pali della luce, ed in parte sono anche la ragione per cui il team dell'Enel locale non riesce a raggiungere la nostra area. 
Le strade sono infatti un disastro di fango e sono praticamente impraticabili.
Funzioniamo comunque a pieno ritmo con I generatori di giorno e con I pannelli solari di notte.
Le spese per il diesel sono alle stelle e siamo sempre preoccupati di un possibile guasto alle unita' autogene. L'approvvigionamento di diesel a Meru e' ugualmente problematico a motivo delle strade bruttissime.
Con I pannelli solari spesso non si riesce ad arrivare fino al mattino e di notte non possiamo tenere accese le incubatrici che consumerebbero troppa energia, impedendo alla corrente di assisterci fino al mattino.
Di mia memoria questa e' la crisi energetica piu' lunga nella storia di Chaaria. Anni fa avevamo avuto un black out di 8 giorni, ma non avevamo mai raggiunto le due settimane come ora.


Non sappiamo quando questa situazione si risolvera' e per quanto poi la luce resistera' prima del prossimo black out.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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