sabato 10 febbraio 2018

C.T.O. Chaaria

E’ indubbio che negli ultimi anni ci siamo trasformati in un grosso centro di riferimento per ogni tipo di frattura.
Il tam tam della nostra gente ha fatto si’ che Chaaria rapidamente sia stata conosciuta anche molto lontano.
La gente viene da noi subito dopo gli incidenti stradali, sicura che potra’ essere assistita senza ritardi e senza discriminazioni basate sulla possibilita’ o meno di pagare.
Sovente i nostri fratturati sono anche vittime di violenze: ieri abbiamo operato un uomo ferito da machete in varie parti del corpo.
Tra le altre lesioni da panga c’era pure la frattura esposta bilaterale delle tibie.
Stamattina un altro paziente con frattura esposta di tibia era stato picchiato con un forcone per il fieno, mentre un altro ancora aveva frattura di radio ed ulna da bastonata violentissima.
Molto spesso riusciamo ad aiutare i nostri malati e ne siamo davvero contentissimi, ma a volte la situazione e’ al di la’ delle nostre possibilita’.
E’ il caso per esempio di un giovane coinvolto in un gravissimo incidente stradale.
Lo abbiamo ricoverato con una situazione del piede veramente sconcertante: tutto l’apparato legamentoso maciullato, tibia e perone distali spezzati in vari frammenti ed esposti attraverso un’ampia ferita lacero-contusa.
Lo abbiamo immobilizzato con doccia gessata, abbiamo fatto ampie toelette chirurgiche per lavare via la porcheria che contaminava la ferita (terra, erba, eccetera).


Abbiamo parzialmente richiuso la ferita, cercando nello stesso tempo di coprire l’osso nella speranza di prevenire osteomielite, e di non mettere troppi punti, al fine di avere una visione diretta sulla possibilita’ che si formasse del pus.
Onestamente ci aveva colpito il fatto che una ferita cosi’ sanguinasse molto poco.
Ventiquattr’ore dopo il ricovero infatti , nonostante gli antibiotici, la gamba odorava di marcio (in medicina diciamo di gangrena). Al tatto piede e meta’ inferiore della gamba erano freddi come il ghiaccio.
E’ stato drammatico per me parlare con i parenti, e prima di farlo mi sono consultato con il Dr Zirkle, fondatore di Sign.
Ho consigliato loro l’amputazione, al fine di evitare la setticemia e la morte. Ho detto che avrei poi potuto aiutare a trovare una protesi.
“Ma il ragazzo ha solo 18 anni”, mi hanno risposto.
Ho ripetuto che quella era la mia posizione…dolorosa ma necessaria; ma loro hanno preferito una seconda opinione in un altro ospedale.
Ovviamente non mi sono opposto al trasferimento, anche se, purtroppo, non credo che riceveranno una proposta terapeutica diversa dalla mia.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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