lunedì 6 novembre 2017

Sciopero finito

Dopo oltre quattro mesi di inattivita' riaprono le strutture pubbliche, dal momento che gli infermieri hanno dichiarato la fine dello sciopero che durava da oltre quattro mesi.
Per adesso non abbiamo ancora sentito la differenza ed il carico di lavoro pare inalterato: sappiamo per esperienza che ci vogliono almeno due settimane perche' la situazione pian piano ritorni alla normalita'.
Onestamente sono calate le donne in travaglio, ed i maternita' si lavora un po' meglio; l'ambulatorio, seppur intenso, non e' piu' cosi' demenziale come lo e' stato per gli ultimi quattro mesi, per cui riusciamo a dare piu' attenzione ai singoli pazienti.
I reparti pero' al momento rimangono congesti all'inverosimile.
Due pazienti per letto e' ancora la norma.
Inoltre nel grande magazzino sotto la sala operatoria, ancora abbiamo molti uomini che domono per terra su materassi di emergenza...e vi assicuro che a volte e' un lavoraccio aiutare un paziente operato per frattura di femore a mettersi "a letto"...sente male lui e la nostra schiena si spezza.
Anche la futura cappella dell'ospedale permane pienissima di donne in attesa dei dolori del parto...nonostante il calo in maternita' siamo infatti ancora ben al di sopra della media stagionale di Chaaria.


La sala operatoria per adesso non ha conosciuto il benche' minimo miglioramento: operiamo sette giorni alla settimana, a volte su tre letti operatori: continuano ad arrivare casi ortopedici complicatissimi, chirurgie generali davvero significative e complesse...e poi tante emergenze (dall'appendicite, all'ulcera perforata, alla gravidanza extrauterina, per non parlare dei moltissimi cesarei).
La stanchezza e' tantissima, non solo fisica ma pure mentale.
Insieme ad essa la fine dello sciopero porta comunque una salutare boccata di ossigeno e la speranza di poter servire i nostri malati in modo migiore e maggiormente attento.
Ringraziamo il Signore per essere stato la nostra forza in questi mesi di superlavoro.
Siamo umilmente orgogliosi di essere stati aperti alle necessita' dei poveri e dei malati quando le altre strutture li rifiutavano per problemi unicamente economici.
Sentiamo che il nostro posto e' proprio li': avere cuore e porte aperte per coloro che non avrebbero altro aiuto, per coloro che si sentono abbandonati e disperati nelle loro necessita' di salute.
Chaaria c'e' stata.
Chaaria non ha detto di no a nessuno.
Chaaria ha sudato sangue ma ha mantenuto le porte aperte ventiquattro ore al giorno.
Chaaria sara' sempre cosi', anche ora dopo lo sciopero e finche' le forze ce lo concederanno... o meglio, finche' il Signore ce ne dara' la grazia.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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