giovedì 1 giugno 2017

Ormai non manca molto

La costruzione è esternamente finita.
L'intonaco all'interno ormai è completato, e così pure i pavimenti.
Abbiamo già acquistato anche il sistema di condizionamento dell'aria per il laboratorio analisi.
Mancano ancora i serramenti e l'impianto elettrico, mentre invece fosse biologiche e tubature dell'acqua sono finite.
Fuori della struttura abbiamo anche dato un tocco estetico con il selciato di pietre che separano il nuovo ambulatorio dall'amministrazione.
Non credo ci vorrà pochissimo a finire tutto, perchè gli interni sono completamente da organizzare e molti nuovi macchinari sono ancora da acquistare, ma certamente ora non siamo lontani dal traguardo.
Un enorme ringraziamento a Fr Giancarlo che si sobbarca l'onere di seguire i lavori dei muratori, gli acquisti, ed il pagamento delle fatture.
Giancarlo si sacrifica davvero tanto per le nuove strutture che continuamente nascono a Chaaria!


Un sincero ringraziamento all'Associazione Volontari Missioni Cottolengo ed a tutti i generosi benefattori che ci stanno permettendo, con la loro generosità, di portare a compimento questo nuovo, importante tassello nella realizzazione del nostro sogno per Chaaria.
Grazie a tutti i benefattori, a nome della comunità, della Piccola Casa tutta, e soprattutto a nome dei pazienti che usufruiranno di migliori servizi, grazie alla nuova struttura (che, come ben ricordate sarà in parte destinata alla clinica per tubercolosi ed HIV, mentre al primo piano ospiterà il moderno laboratorio centralizzato dell'ospedale).

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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