domenica 23 aprile 2017

I lavori continuano

Oggi condivido con i lettori 2 foto della nuova struttura che la generosità dell'Associazione Volontari Missioni Cottolengo ci sta donando.
I lavori continuano molto celermente, ed in queste ultime settimane i muratori stanno facendo le solette di cemento sia al piano terra che al primo piano.
Stiamo anche facendo la gettata di cemento per quella che sarà la veranda attorno alla nuova costruzione.
Sta venendo fuori una struttura maestosa, la prima a due piani nel nostro ospedale.
La credevamo anche troppo massiccia e forse anche un pugno nell'occhio... nella continua ricerca di ottimizzare gli spazi a nostra disposizione; ma alla fine sta diventando anche molto bella ed ariosa.
Certamente i tempi per la conclusione non saranno molto brevi in quanto sono gli interni a dare la maggior del lavoro: impianto elettrico, acqua, pavimentazione e verniciature dei muri.
Nonostante questo, ci sentiamo ora in dirittura di arrivo e non possiamo che ringraziare di vero cuore i nostri benefattori che generosamente ci hanno permesso di portare a termine questo progetto in sè ambizioso ed altamente necessario per l'ospedale.
Con esso daremo infatti adeguata collocazione ai servizi per HIV e tubercolosi, ed insieme avremo un nuovo, spazioso ed attrezzato laboratorio analisi centralizzato per l'ospedale.


Un sincero ringraziamento ed una preghiera per tutti i nostri benefattori, oltre che per l'Associazione e per tutti coloro che si fanno in quattro nel preziosissimo e nascosto lavoro della raccolta fondi.

fr Beppe



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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