mercoledì 8 febbraio 2017

Chaaria è...

Riguardare delle foto e pensare che una parte di me non è mai ripartita da chaaria..
Ripensare ai tutte le volte in cui mi chiamasti di notte e timidamente mi dicevi: Cristina sono Beppe.. eh ...c'è un cesareo..
Chiudere gli occhi e rivederti lavorare su tutto: spostare barelle, estrarre neonati, suturare ferite e dialogare in swahili come se intonassi una canzone..
Sentire ancora il profumo del mango, l'odore penetrante di quelle placente in maternità, il vociare all'ora delle visite e le canzoni notturne provenienti dalle donne in travaglio al buio..
Sentire ancora il sapore dei mandasi del caffè dopo aver fatto 3 cs!
Sentire la tusker baridi il giorno del tuo compleanno..
Riuscire a spingere il neonato verso l'alto affinché tu riuscissi ad afferrarlo verso la vita..
Accarezzare qualche bimbetto dopo aver fatto una anestesia che suscitava in me terrore e inadeguatezza..
Sentire l'affetto sincero da parte di Makena, Marcela, Evangeline, MamaSharon, Celine, Josephine, Millicent, Giuliana, (e ne avrò dimenticato altrettanti!)..


Ricordare l'abbraccio di Mbabu e Jesse, e tutte le volte che mi hanno dato preziosi consigli salva coronarie (le mie)!
Vederti alle cascate, e capire che siete essenzialmente entrambi una vera forza della natura..
Essere riuscita a non incontrare nessun mamba!
Aver conosciuto altri volontari, belle persone, con i più disparati intenti, ed aver comunque condiviso un pezzetto di Chaaria..
Aver cantato alla messa della domenica, sentendo la presenza di Dio più in quella sala d'aspetto che in qualunque chiesa nel mondo..
Aver sentito una mamma decidere di chiamare la propria bimbetta Christine..
Aver pensato alla mia vita, dentro la mia zanzariera, e aver capito che, esattamente come i miei affetti più grandi, tu e chaaria non potete che farne parte.
Grazie per la tua stima, fiducia, per i tuoi sguardi e per le volte che, pur essendo inopportuna, non mi hai mai fatto sentire Fuori posto.
Ti porto nel cuore, perché sei il mio eroe, sei la mia chaaria.. ti voglio bene.. spero a presto, con un inglese meno maccheronico!

Cristina Aresu


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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