domenica 25 dicembre 2016

Quanti Gesù Bambini

Il 24 dicembre in maternità è stata una giornata davvero campale. Le partorienti arrivavano a raffica, o, meglio, come una marea montante.
Più ne visitavi e più ne arrivavano.
E’ stata una corsa continua tra parti e cesarei, che sono iniziati alle 2.30 del mattino del 24 e sono continuati fino alle 24 dello stesso giorno.
Sono nate soprattutto femminucce, ma a mezzanotte in punto del 24 dicembre, proprio mentre la campana della parrocchia suonava a festa in corrispondenza del “Gloria a Dio nell’alto dei cieli”, una giovane donna ha partorito un bel maschietto senza alcun problema.
Grande eccitazione in sala parto, nonostante la stanchezza estrema di questi giorni: “ecco il nostro Gesù Bambino di Chaaria!”
Dopo mezzanotte la maternità è rimasta rovente, e, alle 7 del mattino, i Gesù Bambini erano già diventati 10.
Anche oggi che è Natale, l’ondata di arrivi in maternità non accenna a diminuire.
I parti sono tantissimi anche oggi, ed il mistero della Natività si ripete continuamente tra le nostre mani.
A tutte le donne che hanno partorito oggi regaleremo un completino per il neonato, come dono di Natale...è ormai una tradizione per Chaaria, ma quest’anno di completini ne dobbiamo regalare proprio tanti!
A volte queste donne mi fanno davvero pena: sono quasi tutte giovanissime; ti inseguono dovunque perchè hanno tanto male e non ce la fanno più. Ti implorano di avere un cesareo per il semplice fatto che hanno troppo dolore: “tiralo fuori, o moriremo tutti e due!”
Ovviamente hanno solo bisogno di coccole e poi pian piano partoriscono naturalmente.


A volte chiedono un letto su cui sdraiarsi, ma non ce l’abbiamo proprio, ed allora chiediamo loro o di condividere il giaciglio con un’altra mamma, o di scegliere uno dei materassi che abbiamo disposto fuori sul marciapiede della veranda che circonda la maternità...in questo periodo non ci sono alternative.
Nonostante la stanchezza, la maternità rimane un settore bellissimo, in cui mi piace stare ed in cui lavoro molto bene. E’ un inno continuo alla vita, ed oggi è un richiamo fortissimo al Natale di Gesù.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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