mercoledì 19 ottobre 2016

Viaggetto telematico a Chaaria

Meraviglia della tecnologia moderna!!!

Oggi è stata la solita giornataccia in ospedale con una infinità di pazienti e con tantissimi interventi (soprattutto ortopedici): avevamo con noi anche il Dr Nyaga e la dottoressa Makandi per poter operare più pazienti. Per la stessa ragione abbiamo iniziato ad operare alle 7 stamattina.
Eppure, verso le 17, tra un intervento e l'altro, ho fatto una piacevole capatina telematica a Cagliari, dove si teneva il Congresso Internazionale di Neonatologia.
Ero stato invitato a parteciparvi dal Professor Italo Farnetani con cui poi ho curato i particolari della videoconferenza, l'argomento da trattare, l'abstract da presentare, e tutte le formalità che normalmente si seguono in un serio ed importante consesso scientifico internazionale.
Fino all'ultimo momento ho avuto dei seri dubbi sulla reale possibilità di una mia partecipazione: in questi giorni il satellitare ci ha dato non pochi problemi e ieri sera ero completamente scollegato. Il numero degli interventi e la frequenza delle emergenze avrebbero potuto impedirmi di essere libero al momento giusto...il congresso ha un orario molto stretto!


Invece poi, un po' inaspettatamente per me, tutto si è messo per il meglio: la connesione ha funzionato alla perfezione; io ero momentaneamente libero dalla sala operatoria, ed in un momento mi sono ritrovato a Cagliari, in una sala congressi che mi ha affettuosamente accolto con un bell'applauso e che ha saputo farmi sentire il calore sincero dell'ascolto. Ringrazio di cuore il Prof. Farnetani che magistralmente ha guidato il mio intervento con domande mirate che mi hanno aiutato moltissimo a rimanere in tema.
Tante erano le cose che avrei voluto ancora condividere sulla CHAARIA PEDIATRICA E NEONATOLOGICA, ma il tempo è tiranno ed il moderatore, giustamente mi ha tolto la parola. Ho avuto modo di ringraziare l'Associazione di Cagliari per il supporto che ci dona nel pagare i ricoveri ospedalieri della pediatria...avrei voluto ringraziare di cuore la Associazione Volontari Missioni Cottolengo di Torino che ci ha costruito (con grande impegno economico) il nuovo reparto di pediatria, la nuova maternità ed il nido: il moderatore non me ne ha dato il tempo, e quindi lo faccio adesso sui social media di Chaaria.
Un grazie condiviso ed egualmente grande alle due associazioni che ci sostengono!
E' stato bellissimo!
In un attimo mi sono sentito trasportato a Cagliari, dopo essere uscito dal terzo cesareo della giornata: è stato normale per me dire frasi del tipo: noi qui a Cagliari sappiamo che...ecc ecc...mi sentivo davvero là!
E poi, chiusa la connessione internet, è stato altrettanto normale rientrare in sala dove mi aspettava ancora un'altra operazione.
Spero di aver comunicato qualcosa del nostro sogno di servizio e donazione per i più poveri a Chaaria; spero che qualcuno dei colleghi pediatri si sia infervorato e magari possa venire a Chaaria ad aiutarci a mettere in pratica un altro piccolo tassello di questo sogno, e cioè il punto nascita e la terapia neonatologica intensiva per i pretermine e gli "small for date".
Anche ora, come già ho fatto oggi "a Cagliari" ringrazio in egual misura l'Associazione Karibu Africa di Cagliari e l'Assoziazione Volontari Missioni Cottolengo di Torino per il continuo supporto che ci danno dal punto di vista di "fund raising", realizzazione di progetti, volontariato ed anche di formazione nei nostri confronti: sono arrivato a Chaaria come un medico che sapeva provare le pressioni e poco più. Oggi a Chaaria si fa quel che molti ammirano soprattutto grazie alla "mentorship" dei volontari delle due Associazioni, che hanno creduto in noi e nella nostra capacità di apprendere.
Sono davvero felice di essere stato invitato al Congresso. Grazie a tutti!

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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