martedì 25 ottobre 2016

Sciopero finito

Dopo tre intere settimane di superlavoro e congestionamento estremo dei reparti, questa sera alle 21 abbiamo appreso la notizia che lo sciopero generale della sanità in Meru è stato revocato.
Ci vorranno alcuni giorni per tornare alla normalità di Chaaria, perchè i pazienti ci metteranno un po' a recepire la notizia che gli ospedali governativi hanno ripreso a funzionare.
Inoltre abbiamo ancora un numero notevole di interventi chirurgici ed ortopedici arretrati, ed aspettiamo il Dr Cara venerdì: non ci potremo quindi rilassare molto, considerando il superlavoro dei periodi in cui c'è con noi Luciano. 
Un dato importante comunque è che Luciano e lo sciopero non coincidano: sarebbero una miscela davvero esplosiva!
Certamente comunque ora pian piano tireremo un po' il fiato e riusciremo a lavorare un po' meglio.
Ringrazio tutti coloro che si sono fatti in quattro con noi e per noi in queste tre settimane infernali, per garantire il massimo del servizio anche in condizioni proibitive. Grazie a Giancarlo, ai volontari, a tutto lo staff dell'ospedale e della manutenzione, delle lavanderie e delle cucine.


Devo ammettere di essere molto stanco, ma anche molto contento per aver fatto fronte all'emergenza con disponibilità totale e senza rifiutare nessuno.

PS: nella foto la nuova piscina per i volontari di Chaaria...è un modello molto economico!

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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