domenica 21 agosto 2016

L'orfanella che non voleva crescere

Stella Kangai ha ormai quasi un anno, e la vedete nella foto!!!
Chi l'ha conosciuta mesi fa può notare la differenza davvero impressionante!!!
I volontari che sono passati a Chaaria nell'ultimo anno sanno quanti problemi abbiamo avuto con lei da quando l'abbiamo accolta, praticamente neonata.
Prendeva il latte voracemente ma poi vomitava tutto.
Con il passare del tempo era diventata sempre più scheletrica e denutrita, tanto da sembrare immunosoppressa. Era arrivato un momento in cui, con più di tre mesi di età, pesava all'incirca 1500 grammi.
Avevamo fatto tutti i test a nostra disposizione: la piccola non era immunosoppressa, pur sembrando tale!.
Abbiamo pensato ad una malformazione del tubo digerente che le impedisse di nutrirsi e quindi di crescere (tipo atresia duodenale o altre condizioni quali il pancreas annulare). I raggi con "pasto baritato" avevano dimostrato semplicemente dei segni di esofagite da reflusso, che comunque non giustificava nè il vomito incoercibile nè l'estrema denutrizione...nessun segno di atresia del tubo digerente.
La TAC addominale non aveva dimostrato altre problematiche congenite...niente pancreas annulare per esempio.
Non si trattava quindi di un problema chirurgico. Non pareva neppure una cardiopatia congenita.


Abbiamo quindi iniziato ad orientarci verso un'allergia.
Studiare le intolleranze alimentari nel nostro contesto non è stato per niente semplice, e neppure poco costoso: abbiamo comunque escluso la possibilità di morbo celiaco, mentre invece è stata riscontrata una intolleranza alle proteine del latte.
Abbiamo quindi dapprima provveduto all'acquisto di latti in polvere alternativi per bambini allergici, e poi, giunti ai sei mesi di età, abbiamo optato per uno svezzamento rapidissimo con esclusione totale delle proteine del latte. Quei atti in polvere anti-allergici costavano un occhio della testa!
E Stella ha in effetti smesso di vomitare...l'appetito non le era mai mancato, ma ora assorbiva anche il cibo che le davamo.
In pochi mesi ha recuperato i chili persi a causa dell'allergia. Il suo peso corporeo è oggi adeguato alla curva di crescita per età, e pensiamo di aver risolto il suo problema.
Stella è ora una bambina vivace e sana che aspetta di essere trasferita nell'orfanotrofio di Nkabune, dove potrà avere stimoli educativi molto più forti di quelli che possiamo darle noi in una stanzetta della pediatria.
La terremo comunque fino al compimento del primo anno di vita, per essere sicuri che i risultati alimentari ottenuti siano consolidati e duraturi nel tempo.
Grazie di cuore alle nostre signore che si occupano degli orfani e che l'hanno seguita con pazienza e dedizione encomiabili.
Grazie di cuore alla dottoressa Khadija per il suo intuito clinico e per il brillante risultato diagnostico e terapeutico raggiunto con Stella.
Grazie anche al Dr Ninni Ortu, dentista di Cagliari e nostro fedele volontario, che ci ha incoraggiati e sostenuti economicamente, nel difficile iter diagnostico e terapeutico.
La storia della piccola Stella è per noi un grande successo ed una bella soddisfazione.
Ringraziamo il Signore per lei.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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