mercoledì 31 agosto 2016

Iniziato il secondo piano

Dopo la necessaria attesa per il consolidamento della soletta, siamo ora partiti con la costruzione del secondo piano del nuovo ambulatorio HIV e laboratorio analisi.
I muratori stanno lavorando con ritmi davvero sostenuti.
Credo che arriveremo rapidamente al tetto.
Ancora una volta esprimiamo il nostro sentito ringraziamento all'Associazione Volontari Missioni Cottolengo di Torino che si sta sobbarcando l'enorme onere della raccolta fondi.
Grazie anche a tutti i benefattori, conosciuti o in incognito, che ci stanno aiutando con tante offerte, piccole o grandi.
Grazie di cuore sempre anche a Fr Giancarlo che segue i lavori con competenza e tanta pazienza.
E' una gioia per noi vedere che, passo dopo passo, stiamo arrivando alla realizzazione di un ospedale bello e davvero funzionale.
Preghiamo per i nostri benefattori ed ancora rinnoviamo il nostro impegno di trasparenza e totale impegno nel servizio dei bisognosi.


C'è già chi chiama l'ospedale di Chaaria la piccola Tokyo del Kenya, in quanto, non essendoci più possibilità di far crescere l'ospedale in estensione, ci siamo ora impegnati ad occupare ogni singolo spazio libero ed anche a salire in altezza: questa infatti sarà la prima costruzione a due piani dell'ospedale...ma crediamo che non sarà l'ultima.

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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