mercoledì 27 luglio 2016

Si va avanti con buona lena

Ecco che siamo arrivati al soffitto della costruzione per il nuovo laboratorio analisi e ambulatorio HIV.
In questi giorni i muratori stanno preparando la soletta per la gettata di cemento che faranno nei prossimi giorni.
Il lavoro che vedete nella foto è quello di preparare l'intelaiatura metallica per il pavimento in cemento armato su cui poi sorgerà il secondo piano.
Come già abbiamo accennato in post precedenti, il piano terra sarà adibito ad ambulatori per HIV e TBC, mentre il secondo piano ospiterà il nuovo laboratorio analisi.
Questa nuova costruzione è interamente sponsorizzata dalla generosa azione di "raccolta fondi" dell'Associazione Volontari Missioni Cottolengo di Torino.
Ancora una volta esprimiamo la nostra riconoscenza a tutti i donatori che ci sostengono con le loro offerte grandi e piccole.
Ringraziamo il presidente dell'Associazione, il Dr Lino Marchisio, per l'incisiva azione di "fund raising" che pian piano sta permettendo anche a questo sogno di trasformarsi in realtà.


Grazie di cuore ai Superiori della Piccola Casa che sostengono questo progetto ed il nostro servizio alla popolazione più povera.
Grazie a Fr Giancarlo che si sobbarca quotidianamente l'onere di seguire i lavori che pian piano stanno procedendo.
Grazie a tutti quelli che condividono il nostro sogno per Chaaria.

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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