sabato 17 maggio 2014

Michaela e Marta

E’ di nuovo arrivato il tempo dei saluti e delle partenze: quando ci si conosce un po’ meglio e si inizia a girare bene insieme, ci si deve separare.
Questa è un po’ la croce insita in tutti i rapporti che viviamo a Chaaria: intensi, forti, ma passeggeri e spesso non ripetuti in futuro.
Oggi pomeriggio abbiamo vissuto questo distacco ed abbiamo salutato e ringraziato le due volontarie che ritornano in Italia.
Marta, anestesista di Brescia, è alla sua seconda esperienza a Chaaria. La prima volta era venuta nel 2009. 
Marta è quindi una “volontaria recidiva”, una di quelle persone che Chaaria se la portano nel cuore e mantengono la promessa di tornarci. 
Questa volta è stata con noi per un mese intero, ed è stata una presenza molto versatile ed estremamente positiva. Ha iniziato la sua esperienza in appoggio al lavoro degli anestesisti in sala, collaborando con l’anestesista italiana Stefania Bertone. 



Poi, considerando la sua presenza più importante ed utile in reparto, Marta si è occupata del dipartimento donne per circa due settimane, collaborando positivamente con il nostro clinical officer Anderson. 
Nell’ultima settimana, dopo la partenza di Stefania, è ritornata ad aiutarci in sala operatoria. 
Grazie di cuore a Marta, che mi sembra abbia compreso bene lo spirito del volontariato a Chaaria e si sia posta nel modo giusto nei confronti del nostro personale. 
Certamente Marta sarà una presenza benvenuta e molto apprezzata, se la vita le concederà la possibilità di tornare ancora a lavorare con noi. 
Michaela è un’internista di Chieri (Torino) alla sua prima esperienza a Chaaria. Si è fermata con noi per due settimane abbondanti. Michaela si è occupata del reparto uomini ed anche con lei la collaborazione è stata molto positiva. Michaela ha lavorato bene con il nostro clinical officer Jonah e con lo staff locale. Certo, come sempre capita, Michaela parte proprio dopo aver superato la fase di ambientamento e proprio quando il suo servizio stava diventando sempre più utile e significativo per l’ospedale: chissà se la vita le concederà di tornare a Chaaria nuovamente e per un tempo un attimino più prolungato? Lo sappiamo che è difficile, sia per motivi familiari che lavorativi, ma questo è ciò che noi di Chaaria continuiamo a sognare.
Grazie di cuore a Marta e Michaela per il servizio che ci hanno donato, per la simpatia con cui abbiamo collaborato e vissuto insieme, per i momenti conviviali e per le emergenze che abbiamo affrontato insieme.
Auguriamo ad entrambe ogni bene per la vita futura.

Fr Beppe e Fr Giancarlo

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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